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Rumore

RumoreNel definire e qualificare il rumore occorre effettuare una valutazione estetico-qualitativa di un fenomeno acustico. Per rumore può intendersi un fenomeno acustico che risulta soggettivamente sgradevole a chi lo percepisce e/o impedisce l'ascolto di informazioni sonore utili, necessarie o piacevoli. La presenza disgiunta o contestuale delle predette caratteristiche permette di distinguere il rumore dal suono. Nel definire astrattamente il rumore si segue quindi un criterio eminentemente soggettivo poichè ogni tentativo di definire il rumore facendo riferimento a valutazioni di tipo oggettivo non è scevro da contraddizioni. Pertando se sul piano statistico-probabilistico il rumore solitamente si accompagna ad intensità sonora elevata e all'aperiodicità del segnale acustico ma anche alla concentrazione di livelli acustici elevati rispetto a specifiche frequenze dello spettro sonoro, pur tuttavia esistono delle clamorose eccezioni (es: il discorso di un oratore pur sostenuto ad alto volume può non disturbare il pubblico convenuto; il fruscio di una foglia nonostante abbia carattere aperiodico difficilmente potrebbe considerarsi un rumore). Va da se che concretamente e sul piano politico-legislativo nel valutare il rumore non si potra comunque prescindere dai parametri fisici che lo contraddistinguono e che sono oggetto di studi da parte di quella disciplina denominata "acustica" che si occupa della valutazione scientifica di suoni e rumori.

 

 

 

Delle suddette caratteristiche oggettive del suono tiene conto il D.M. 16 marzo 1998 che riguarda le "Tecniche di rilevamento e misurazione dell'inquinamento acustico" che costituisce il parametro di riferimento per il rilevamento delle condizioni di inquinamento acustico e che nella valutazione del rumore fa riferimento alle cd. componenti tonali e alle componenti impulsive ma anche al cd. livello differenziale di rumore (Ld) ossia la differenza tra il livello del rumore ambientale (La) e quello del rumore residuo (Lr) secondo la formula Ld = La - Lr

 

La misurazione del rumore avviene attraverso l'utilizzo di uno strumento, chiamato fonometro integratore che ne determina il livello acustico, ossia l'intensita sonora (espressa in decibel - db) e permette di identificare lo spettro sonoro e la frequenza (espressa in hertz - hz). Per una corretto rilevamento delle immissioni rumorose occore calibrare il fonometro con una strumentazione di precisione almeno equivalente a quella del fonometro stesso.

 

Effetti del rumore

Gli effetti nocivi del rumore possono distinguersi in effetti uditivi ed effetti extrauditivi, a seconda che incidano in senso deteriore sull'udito ovvero comportino alterazioni e anomalie a carico di apparati diversi da quello uditivo attraverso l'influenza sul sistema nervoso centrale. Si può anche paralere di effetti specifici per i primi ed effetti aspecifici per i secondi.

 

Effetti uditivi

Il rumore può essere fonte di un vero è propriò danno dell'udito. la sottoposizione continuata a livelli di rumore elevati può determinare una compromissione più o meno grave della capacità uditiva (otopatia) attraverso una lento innalzamento della soglia di percettibilità.

Il suono infatti perviene all'orecchio esterno e, captato dal padiglione auricolare, attraverso il condotto uditivo, raggiunge il timpano, che, vibrando, trasferisce l'informazione sonora all'orecchio interno (clocea o organo di corti) attraverso il sistema degli ossicini (martello, incudine, staffa) presenti nell'orecchio medio. All'interno della clocea è presente un liquido (perlinfa) in cui sono immerse le cellule ricettive, le quali attraverso le cd. ciglia, situate sulla loro sommità, hanno il compito di trasformare i segnali sonori pervenuti in impulsi elettrici, che mediante i nervi acustici vengono trasmessi al cervello.

La sottoposizione continuativa a livelli elevati di rumore (> 85 dB) può determinare la fratturazioone progressiva delle ciglia, comportando una perdita di funzionalità dei ricettori uditivi che si può manifestare con ipoacusia fino a degenerare nei casi più gravi in sordità.

 

Apparato uditivo Ciglia

 

Come detto, tali effetti si manifestano soltanto a seguito di prolungata sottoposizione a rumori intensi; pertanto si tratta di patologie a carico dell'orecchio che sono riscontrabili soprattutto in ambiente lavorativo e riguardano principalmente quei lavoratori che si trovano ad operare con macchine utensili e apparecchiature appartenenti alla cd "industria pesante". L'ipoacusia da rumore è una delle principali malattie professionali riscontrabili in ambito INAIL.

Tuttavia un quadro sintomatologico simile può rinvenirsi anche in chi si sottopone volutamente e a lungo a livelli sonori elevati per ragioni ludico-ricreative: è il caso dei frequentatori abituali delle discoteche.

 

Effetti extrauditivi

E' inquinamento acustico non solo quello da cui derivano danni uditivi o vestibolari, ma lo sono anche tutte quelle emissioni sonore che incidono negativamente sul benessere psicofisico dell'individuo in relazione all'ambiente in cui lo stesso opera e alle occupazioni alle quali si dedica, sia in contesti lavorativi che in ambito domestico anche per livelli di immissione db, in termini assoluti, non elevati. Tali effetti nocivi sulla salute fisica e mentale, non interessando l'organo dell'udito prendono il nome di effetti extrauditivi che a sua volta possono distinguersi in effetti non specifici e annoyance (o disturbi psico-sociali).

 

Effetti non specifici

Si distinguono in effetti non specifici di breve termine ed effetti specifici di lungo termine a seconda che si associno rispettivamente ad esposizione a rumore di breve periodo ovvero di lungo periodo.

Tra gli effetti di breve termine vanno annoverati: tensione muscolare e nervosa, palpitazioni, irritabilità, difficoltà di concentrazione etc.

Gli effetti di lungo termine possono classificarsi in neurologici, psichici ed endocrini.

Gli effetti neurologici sono rappresentati da variazioni dell'elettrocardiogramma, aumento della pressione intracranica, cefalee, emicranie. Gli effetti psichici consistono in aggressività e nell'insorgenza di sindromi ansioso-depressive. Effetti endocrini si hanno con alterazioni funzionali della ghiandola tiroidea e aumento della produttività surrenale.

Si può osservare, che gli effetti aspecifici del rumore sono da correlare maggiormente ad emissioni rumorose di frequenza più bassa (come nel rumore urbano) rispetto alle frequenze che determinano effetti specifici (rumore nell'ambiente di lavoro).

 

Annoyance

Di indubbio rilievo sono gli effetti psicosociali della sottoposizione al rumore, laddove fino a pochi decenni fa non venivano quasi presi in considerazione. Tali effetti sulla sul benessere psichico e fisico passano sotto il termine di annoyance che secondo la definizione di Cosa è "un sentimento di scontentezza, riferito al rumore, che l'individuo sa o crede che possa agire su di lui in modo negativo; questo fastidio è la risposta soggettiva agli effetti combinati dello stimolo disturbante e di altri fattori extraesposizionali di natura psicologica, sociologica, ed economica.".

Tra i disturbi riconducibili all'annoyance rientrano pertanto tutte quell modificazioni del benessere psicofisico del soggetto, che denotano disagi comportamentali e interrelazionali, non discendenti direttamente da alterazioni neuropsichiche o endocrine, pur essondovi il più delle volte correlate, disturbando è finanche impedendo il sereno svolgimento dellle occupazioni domestiche (riposo, studio, conversazioni) o lavorative nonchè compromettendo le relazioni interpersonali in ambito sociale ed economico.

 
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